Il re muore Il regno di Bérenger è ormai alla deriva e quello che dovrebbe essere un re alla guida di un popolo è soltanto un uomo in decadimento. Le due regine, l’istitutrice Marguerite e l’amorevole Marie, dopo aver saputo dal medico che il re morirà, discutono su come informarlo. Al suo apparire sulle scene parigine nel dicembre 1962, Il Re muore fu salutato da una larga parte della critica come il vertice più alto raggiunto dalla creazione drammatica di Ionesco; taluni, anzi, non hanno esitato a inserire l'opera tra quelle piú significative del teatro contemporaneo. A proposito di questo testo, il critico e studioso inglese Martin Esslin ha scritto: «La commedia di Ionesco non è un'allegoria; come la maggior parte delle commedie del Teatro dell'Assurdo, è un'immagine poetica della condizione umana, forse piú semplice, piú avanzata delle prime opere dello scrittore, ma anche piú potente, piú controllata, piú classica nella forma. Si direbbe che Ionesco abbia assorbito alcune linearità formali di Beckett e alcune ritualità di Genet. Una commedia profonda e bellissima... Un capolavoro della letteratura drammatica moderna».
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